Affettati e vino sfuso all'osmizza a Sotto Longera

Giovani e vino, la storia tipicamente triestina di Gabrijel Cernigoi

In Cantine, Enoturismo, Friuli Venezia Giulia by elenaroppa2 Commenti

Gabrijel Cernigoi e la sua Vitovksa Gabì

Gabrijel Cernigoi e la sua Vitovksa Gabì

Ci sono due temi che mi appassionano di più, soprattutto in relazione al vino e non solo, e sono quelli che si intrecciano con le storie delle donne e dei giovani, perché essi sono gli elementi di innovazione di ogni aspetto della vita. Nel corso dell’ultima edizione dell’evento Mare & Vitovska si è discusso proprio del binomio “giovani e vino“, portando all’attenzione del pubblico alcune storie di giovani vignaioli italiani. Tra questi il triestino Gabrijel Cernigoi, vignaiolo di prima generazione in quel della periferia di Trieste: eh, si, vignaiolo si può anche diventare, non è solo una questione di nascita, come capita nella maggior parte dei casi. La sua storia, secondo me, è emblematica e può essere un esempio per molti. Lo incontro in un bel pomeriggio di Giugno a Sotto Longera (Trieste), dove apre tre volte l’anno la sua osmiza.

Suo padre era quello che oggi potremmo definire un “garagista” nel senso più nobile del termine: un produttore di “vin de garage” come un tempo ce n’erano molti, ed erano i nostri nonni ed i nostri padri. Quei produttori di vino quotidiano che sperimentavano la vinificazione nella propria cantina di casa, coltivando piccoli appezzamenti di vigna nel proprio orto nel tempo libero. Gabrijel è cresciuto in una casa in cui il vino era parte integrante, e suo padre era uno dei fautori della “primavera del vino” di Sotto Longera, periodo in cui i garagisti della zona si unirono e crearono una sorta di hub per diffondere la cultura enologica tra di loro e crescere assieme.

L'angolo dell'orto a Km 0 all'osmizza di Gabrijel Cernigoi

L’angolo dell’orto a Km 0 all’osmizza di Gabrijel Cernigoi

Non ci volle molto che Gabrjel, raggiunta l’età della ragione, decidesse di studiare enologia e ripartire proprio da quell’orto a Sotto Longera: oggi coltiva 1,5 ettari di vigneto sparsi in diversi appezzamenti in parte in affitto e la sua prima vendemmia è recentissima, datata 2012. Duranti gli studi ha viaggiato per fare esperienze di lavoro all’estero ed altre deve ancora farle, non avendo ancora compiuto 25 anni. E grazie a quelle esperienze oggi ha le idee più chiare, una consapevolezza del suo percorso e uno sguardo attento sul settore del vino che lo aiuteranno nella ricerca di un proprio posto, di una propria definizione di professionalità.

Ha viaggiato in Francia ed Australia e nella sua wish list ci sono prossimamente Argentina e Cile, il suo percorso di formazione è solo agli inizi. Il suo vino di chiama Gabì, con quell’accento alla francese, nome corto e facile da ricordare, ed il logo che lo rappresenta è un bicchiere di vino con una goccia stilizzato, un’etichetta essenziale e moderna, che non vuole mentire sul proprio passato che non c’è e vuole raccontare il presente, con estrema chiarezza di linguaggio. I tappi dei suoi vini sono a vite, soluzione che deriva soprattutto dalle esperienze che ha vissuto all’estero. Secondo Gabrijel, troppe etichette di vino del vecchio mondo sono tradizionaliste ed appaiono pesanti ad un primo e secondo sguardo: richiamano mappe ancestrali, stemmi araldici e storie del passato che oggi non hanno più presa sui nuovi consumatori, sui giovani.

Malvasia Gabì di Gabrijel Cernigoi

Malvasia Gabì di Gabrijel Cernigoi

Gli chiedo: “Ma oggi i giovani bevono vino?“. Mi risponde, spiazzandomi: “Assolutamente si, almeno lo fanno sicuramente a Trieste, grazie alla tradizione delle osmize“.  E proprio mentre mi risponde così sicuro, all’osmiza di Sotto Longera si ferma la 35, il bus che dal centro di Trieste raggiunge la periferia, e dall’abitacolo si riversano in strada decine di giovani che prendono posto tra i tavoli dell’osmiza. Gabrijel mi chiarisce che si tratta solitamente di studenti universitari, che studiano a Trieste e che non hanno l’auto: grazie al bus raggiungono le osmize più vicine alla città e possono godersi una delle tradizioni più radicate nel capoluogo del Friuli Venezia Giulia. Nella maggior parte dei casi, non è la cultura del vino che interessa loro, ma l’aspetto di convivialità che grazie ad essa si manifesta. Penso che se oggi bevono il vino sfuso, domani saranno forse incuriositi con più facilità dall’acquistare una bottiglia di vino, perchè gli sarà famigliare. Anche perchè in queste zone dove un tempo facevi fatica a mandar giù il vino sfuso, perchè aspro ed arcigno, oggi si assiste ad un innalzamento della qualità abbastanza diffuso e anche le micro realtà hanno iniziato ad imbottigliare.

Giovani in osmizza a Sotto Longera

Giovani in osmizza a Sotto Longera

In linea con quella che è la tradizione della sua famiglia e del luogo, alla mia domanda “Cos’è il vino per te?“, Gabrijel mi risponde che “il vino è un alimento, parte del quotidiano della vita, che accompagna i pasti e i momenti di convivialità con gli amici“. Faccio l’avvocato del diavolo e lo incalzo “E come la mettiamo con l’alcol?”. La sua prontezza di spirito non si smentisce: “Sono i servizi che mancano, non l’educazione al bere bene. Ci vorrebbero più autobus e una rete di servizi pubblici efficiente”.

L'insegna di Gabì, l'osmiza a Sotto Longera di Gabrijel Cernigoi

L’insegna di Gabì, l’osmiza a Sotto Longera di Gabrijel Cernigoi

Vignaiolo partito da zero o quasi, la sua sfida di giovane del vino, è anche uno stimolo per noi: le sue richieste di servizi, di terra e soprattutto di ascolto delle reali esigenze di persone come lui che operano nell’agricoltura dovrebbero essere un punto di partenza per migliorare tutto il settore. Se volete conoscere Gabrijel Cernigoi, lo trovate secondo date di apertura nel corso dell’anno – e per questo vi rimando al sito amico osmize.com – all’osmiza di Sotto Longera, quella degli amici del KK Adria.

 

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Commenti

  1. Pecar Radivoj

    Ho letto con interesse tra i vari articoli sulle osmize anche questo.
    Solo una piccola precisazione: l’osmiza di Gabrijel Cernigoi – Gabiì si tiene a Longera (e non sotto Longera) nei locali della “Lonjer Katinara” Soc. Coop. a r.l , dove ha sede anche il sodalizio ciclistico KK Adria.
    Mi scuso per la precisazione,
    Cordialmente,
    Pečar Radivoj
    presidente Coop L/K

    1. Autore
      elenaroppa

      Gentile Signor Pečar Radivoj, la ringrazio per il commento e per la precisazione, utile a tutti!

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