La sala de L'Argine a Vencò

L’Argine a Vencò, un ristorante che vale la visita in Friuli

In Enoturismo, Events, Friuli Venezia Giulia, News by elenaroppa9 Commenti

Finalmente. Era da più di due anni che si attendeva l’apertura del Ristorante di Antonia Klugmann in Friuli Venezia Giulia ed ecco che Mercoledì 17 Dicembre 2014 è arrivato il giorno del suo debutto. Si chiama L’Argine a Vencò ed è a pochi passi dall’argine del fiume Judrio a Vencò (Dolegna del Collio), in provincia di Gorizia. A soli 10 minuti da casa mia! Ecco allora che l’altro giorno, con ruffianeria, chiamo mio marito e gli dico “Amore, non è che tu sei in arretrato di un regalo con me?”, e lui – cercando di ricordare  e di capire se sto tentando di prenderlo in giro o se sto dicendo la verità – “Ma certo, cara, cosa desideri?”. Beh, vorrei una cena in uno dei migliori ristoranti del Friuli Venezia Giulia, dove la chef è una donna che ha lavorato sodo negli anni ed oggi è tra le più affermate a livello internazionale, pur essendo giovanissima. Perché lei rappresenta il futuro che vorrei per la mia Regione,  un posto bellissimo che accoglie la bellezza di chi sa fare, davvero. Ed è un gioco di squadra.

Andare a L’Argine a Vencò di sera è come perdersi in un luogo magico, penserete di aver sbagliato strada nel buio della notte percorrendo una stretta stradina in lieve discesa. Vi abbandonerete all’emozione, temerari, dell’oscurità e, ad un certo punto, sarete dolcemente abbagliati dalle grandi vetrate che lasciano intravedere quasi completamente il locale, dalla sala alla cucina. Noterete l’orto nel terreno antistante il locale e l’antico casolare a fianco, il resto sarà soltanto intensa oscurità, pura atmosfera.

L'Argine a Vencò in versione by night

L’Argine a Vencò in versione by night

Sei tavoli per massimo 18 posti. Elegante semplicità in sala e cucina a vista, servizio cortese e puntuale, il menu passa attraverso il racconto del territorio a cui si lega completamente il locale. L’Argine a Vencò è a due passi dal confine che separa il Friuli dalla Slovenia e di questo ne fa una ricchezza, bilanciando nella stessa portata i prodotti delle due terre. Questi primi giorni di apertura sono chiaramente di rodaggio, e la carta vini per esempio deve essere ancora ampliata: oggi vi ritroviamo alcuni interessanti vini del Friuli (non solo molto noti, ma anche qualche bella scoperta), in quella che è un’ideale Strada del Vino del locale curata da Romano De Feo. Il ristorante d’autore di Antonia, come altri della stessa categoria, è da menu e non da carta (anche se quest’ultima opzione è comunque fattibile): questo perchè è importante, per il commensale e per lo chef, fare un percorso assieme per cogliere l’arte culinaria e le sue espressioni, per godere appieno del pasto, per creare una comunicazione ed un dialogo. Il menu principale con 6 portate è proposto a 70 Euro, mentre il piccolo menu con 5 portate è proposto a 58 Euro. Per quanto riguarda i vini, c’è un corretto prezzo per le bottiglie, oppure si può optare per una degustazione di tre calici consigliati da Romano e abbinati alle pietanze a 15 Euro.

Antonia Klugmann all'opera nella sua cucina

Antonia Klugmann all’opera nella sua cucina

Per la nostra cena a due abbiamo scelto il piccolo menu con l’abbinamento di tre calici di vino. La prima portata è stata la lonza di maiale affumicata con carota gialla e daucus carota. Bello da vedere e delizioso da mangiare per sapori e consistenze, in abbinamento ad una piacevole scoperta, la Malvasia Friuli Doc Colli Orientali 2013 di Sirch.  I piatti si confondono con il candore della tovaglia, la loro essenzialità mira a mettere in risalto unicamente la creazione culinaria.

Lonza di maiale affumicata

Lonza di maiale affumicata

La seconda portata è la piovra dell’Adriatico con cima di rapa e cavolo rapa viola, abbinata al Sauvignon Peri Friuli Doc Colli Orientali 2013 di Ronco del Gnemiz. Mi è piaciuto moltissimo l’accostamento di sapori tra la piovra e le cime di rapa cotte, l’unico appunto da parte di chi mangia spesso piovra (il mio Lui si diletta nella pesca subacquea) è la consistenza del mollusco, che avrei preferito più tenero.

Piovra dell'Adriatico

Piovra dell’Adriatico

La terza portata è il piatto che ho preferito in assoluto, da leccarsi i baffi e la ceramica (no, non l’ho fatto letteralmente, mi sono concessa però la scarpetta!): il risotto alla zucca in tre consistenze, dai tocchetti di zucca alla purea e alla fluidità della stessa. Abbinato ad un “orange wine” come la Ribolla Gialla Ronco Severo, è stato il momento centrale del percorso del pasto. Le papille gustative sono completamente coinvolte, dal sapore pieno e dalle consistenze multiple, un risotto da Oscar per l’interpretazione!

Risotto alla zucca in tre modi

Risotto alla zucca in tre modi

La quarta portata è la lingua di vitellone con la melina di Lubjana e il cappuccio agrodolce, divertente la composizione del piatto in abbinamento al Pinot Nero Friuli Doc Colli Orientali 2013 di Antico Broilo. L’agrodolce molto bilanciato, la carne delicata e tenera, la melina è cotta al punto giusto mantenendo consistente il suo corpo.

Lingua di vitellone

Lingua di vitellone

La portata a chiusura, ideale dessert di fine pasto, è una composizione di frutta e tubero: palline di melone invernale, patate alle spezie, fichi e uvetta. Non sono una fan di questo tipo di piatti in cui la frutta incontra la verdura, perché faccio fatica, mio limite, a comprenderli appieno, ma di una cosa sono sicura: il loro obiettivo, concludere un degno pasto portando una freschezza e pulizia inaspettata al palato e lasciando una sensazione più che piacevole, è centrata appieno. Ecco perché una portata così la si apprezza più che nel mentre la si mangia, quando si è arrivati a casa e si ripensa alla cena e si conferma che è stata una bellissima esperienza. Un grande chef deve agire oltre l’immediato e stupirci, dandoci il suo meglio anche quando a noi non sembra il nostro meglio, alle volte bisogna fidarsi ed abbandonarsi alle sue mani e alla sua abilità. Il vino è il Ramandolo di Giovanni Dri.

Melone invernale

Melone invernale

A L’Argine di Vencò il pane è fatto in casa da lievito madre, il menu varia a seconda di quello che Antonia ha raccolto nel suo orto e di ciò che ha trovato di stagione facendo la spesa al mercato e dai produttori locali. Per chi viene da fuori regione, il consiglio è di prenotare il pranzo per godere del paesaggio circostante durante il giorno, la campagna e le vigne, i piccoli borghi che compongono Dolegna del Collio, il Bosco Romagno, in poche parole il piccolo compendio dell’Universo che è questa regione. Per chi abita in Friuli Venezia Giulia, andateci di sera e innamoratevi, come se fosse il primo incontro, del vostro amante. Il sito web del locale, ancora in via di completamento, è L’Argine a Vencò.

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Commenti

  1. Rudi

    sono uno chef furlano emigrato, spero che funzioni per il bene dei posti che amo

    1. Autore
      elenaroppa

      Caro Rudi, me lo auguro anch’io allo stesso modo in cui ti auguro tante soddisfazioni ovunque tu sia: e che il Friuli che porti nel cuore sia, anche grazie a te, più conosciuto nel mondo.

  2. Roberto Barazzutti

    Ciao, mi chiamo Roberto di Udine.

    Ho letto da poco online la “storia” di Antonia e sono molto contento che finalmente il ristorante abbia aperto.

    Auguro a questo ristorante e alla chef il successo meritato, che servirà a premiare il suo impegno e il coraggio per questa nuova sfida.

    Come hai detto anche tu, questo è il futuro che spero per la mia regione, del quale sono molto orgoglioso e dove un giorno, anche vicino, vorrei ritornare a vivere e poter aver lo stesso coraggio per lavorare per la sua crescita e valorizzazione.

    Tanti auguri da parte mia, chef Friulano a Shanghai, Cina.

    Roberto Barazzutti.

    1. Autore
      elenaroppa

      Roberto, ti ringrazio. Per il commento e per quanto vi esprimi: è una gioia sapere che in tanti crediamo nel nostro territorio, lo amiamo con passione vera da vicino e da lontano. Tanti di noi stanno pensando oggi di lasciare l’Italia e cercare fortuna in altre parti del mondo; gli chef e in generale chi lavora nell’ospitalità e nel turismo l’hanno sempre fatto, sacrificando moltissimo. Non si tratta solo di coraggio, che il più delle volte non è sufficiente, perché realmente oggi mancano all’appello tante opportunità.
      Auguro a tutti noi che tu, come tanti altri, possa tornare a vivere in Friuli, arricchendo la nostra regione e l’Italia di esperienze felici e feconde.

  3. Walter Menegaldo

    Location, accoglienza, professionalità e straordinaria cucina!!

  4. stefano ghilardi

    da friulano e da cultore della buona cucina sono veramente lieto dell’apertura di questo nuovo locale.
    Ambiente caldo, accogliente, studiato nei dettagli ma, soprattutto, cucina di primissimo livello, capace di meravigliare per gli ottimi abbinamenti di gusti e sapori, per la freschezza dei prodotti e la loro presentazione.
    Bravi Antonia e tutto lo staff !

    1. Autore
      elenaroppa

      Grazie Stefano del tuo commento, devo dire che Antonia ci mette d’accordo tutti :-)

  5. Pingback: Stella Michelin 2016, i ristoranti in Friuli Venezia Giulia

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