DWCC, Digital wine communication conference

Un salto in Svizzera per discutere di vino e web

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Jancis Robinson, una tra i più importanti wine writers al mondo, alla cena conclusiva del grande evento DWCC (Digital Wine Communication Conference) ha detto, a ragion veduta, che della parola “digital” potremmo anche farne a meno. Semplicemente perché superflua: la vita di ognuno di noi è oggi compenetrazione di offline ed online, e non ha più importanza fare nette distinzioni. Comunichiamo tra persone sia nella vita materiale che in quella virtuale, entrambe sono realtà. Allo stesso modo, la comunicazione del vino avviene agli eventi, sulla carta stampata e nel web. Dove sono le persone, lì c’è la comunicazione.

Jancis Robinson al Grand Tasting del DWCC 2014

Jancis Robinson al Grand Tasting del DWCC 2014

Di questo tema e di molti altri si è discusso nel corso della tre giorni della DWCC, che quest’anno si è tenuta dal 31 Ottobre al 2 Novembre a Montreux, in Svizzera. 315 professionisti del vino da tutto il mondo (in particolare Svizzera, Francia, UK, USA, Italia, Spagna, Portogallo, Germania, Ungheria, Austria) che si sono dati appuntamento per discutere di vino e web, delle tendenze in atto e del prossimo futuro nel mondo del vino, e chiaramente per degustare!  La scelta della piccola cittadina di Montreux è stata davvero molto azzeccata, l’ordine e la compostezza della Svizzera si incontrano qui con la bellezza di un paesaggio molto, ma molto fotogenico! Più scattavo foto e più mi inorgoglivo di quanto erano belle….ma non ero io ad essere brava, era proprio lo specchio del Lago di Ginevra incastonato tra le montagne che faceva risaltare le immagini!

Montreux, Svizzera. Alcuni scatti.

Montreux, Svizzera. Alcuni scatti.

Parlando di vino, la degustazione che ho più apprezzato è stata quella organizzata da Wine Mosaic, organizzazione internazionale nata per proteggere e valorizzare la biodiversità in viticoltura. La sua attività è quella di individuare vitigni rari, in particolare della zona del Mediterraneo, e salvarli dall’estinzione grazie alla visibilità, sostenendo in questo modo i piccoli produttori. In Svizzera hanno organizzato una degustazione davvero interessante di vini da vitigni rari della Svizzera, del Libano, della Serbia, della Francia, dell’Armenia e della Turchia. Grande spazio poi ai vini della Svizzera con un Grand Tasting di 12 vini e un tour tra le cantine della zona dello Neuchâtel: la Svizzera esporta solo l’1% della sua produzione vitivinicola (che comunque non è un’ampia produzione in termini di quantità) e di solito quindi non capita di degustare i vini dei suoi Cantoni al di fuori del paese. Vi sono vini  di qualità e cantine da scoprire, io ho scelto di concentrare l’attenzione sulle produzioni di Pinot Nero (soprattutto per quanto riguarda la zona dello Neuchâtel), Chasselas per quanto riguarda i vini bianchi e Cornalin per quanto riguarda i vini rossi, vini di potenziale espressivo e ottima bevibilità. Una menzione particolare merita un vino dolce  passito “Blanc de Noir” da Pinot Nero che ci ha fatto davvero apprezzare la Svizzera (tanto che non abbiamo resistito in molti ad acquistare una bottiglia da portare a casa): il Noëllis di La Cave des Lauriers. Bello anche il nome del vino che richiama il Natale, Noël in francese (visto che siamo sul tema, un piccolo appunto di marketing ad uso dei produttori: associare un vino ad un nome caro universalmente invece che al proprio patriarca, non è una cattiva idea).

La sorridente rappresentante della Cave des Lauriers

La sorridente rappresentante della Cave des Lauriers

A parte i tanti vini degustati in questa manciata di giorni di trasferta svizzera, il tema centrale del convegno era la comunicazione del vino, come avviene e come si può migliorare. Ho seguito con entusiasmo gli interventi di @documentally, che già conoscevo indirettamente e che considero uno dei punti di riferimento per la tematiche dello storytelling. Lui è l’inglese Christian Payne, reporter con lunga esperienza di racconto e di interviste e che ama in particolar modo l’utilizzo dell’audio per la condivisione. Al suo work shop abbiamo discusso di come realizzare ed utilizzare le interviste e soprattutto di come coinvolgere gli ascoltatori. Sono un pò scettica sulle potenzialità del coinvolgimento delle persone nell’ascolto delle registrazioni audio, oggi che più che mai si prediligono il visuale e le immagini, ma non mancherò di fare delle prove, anche su questo blog! E’, infatti, una realtà che siamo sempre di corsa e ascoltare un contenuto piuttosto che leggerlo – mentre siamo in auto o in tragitto – potrebbe essere molto utile.

Interessante anche la discussione sul ruolo della donna nel mondo del vino dal titolo provocatorio “We don’t need  more women in wine” guidata da Felicity Carter, Jaime Araujo e Christian Holthausen: la rivelazione, se di rivelazione si tratta, è che oggi nel mondo chi beve vino sono sia donne che uomini e in Germania (uno dei paese in cui si consuma più vino al mondo) gli appassionati del vino si dividono molto equamente tra 50% donne e 50% uomini. Questo per dire che una comunicazione di genere, soprattutto se indirizzata agli uomini stile donna svestita o ammiccante oppure se indirizzata alle donne stile bottiglia colorata di rosa con tanto di lustrini, forse è già superata! Ci sono ben altre modalità di comunicare un vino, molto meglio riferirlo a contesti e situazioni in cui si degusta, come le cene con gli amici, le feste e il relax della casa.

Il Grand Tasting di vini svizzeri

Il Grand Tasting di vini svizzeri

Ultima cosa, ma non meno importante degli altri argomenti trattati, la discussione sull’innovazione nel rapporto vino e web: nel corso di un incontro ad hoc, sono state valutate alcune delle app che sono in via di sviluppo e che nascono da idee di chi vive il settore e ha interesse ad avviare una start-up. La questione più interessante a proposito, citata da Marc Roisin, è che se hai una buona idea (e quindi sei sicuro che sia buona, perché hai fatto uno studio di mercato, l’hai testata e hai già ricevuto alcuni importanti feed back), investi prima di tutto la tua reputazione ed i tuoi soldi in essa. Perché gli altri dovrebbero credere in te, se tu per primo non scommetti su di te?!  Questo per dire che l’innovazione non è da tutti e lanciarsi ha i suoi rischi.

La prossima edizione della DWCC si terrà sempre a fine Ottobre/inizio Novembre nel 2015, anche se non è stato ancora deciso il luogo. Gli aggiornamenti sul sito web dell’evento, Digital Wine Communication Conference.

 

 

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