Aquila del Torre - cena alla Tarantola

Elogio alla leggerezza…del Picolit

In Cantine, Friuli Venezia Giulia by elenaroppaLascia un commento

La vista dal Castello di Udine

La vista dal Castello di Udine

Mi piace Udine, è una città che consiglierei di visitare per il suo centro storico, per la salita al Castello dalla cima del quale vedi case, palazzi e paesi in lontananza tra il verde delle colline e dei monti. Per i Musei nei quali sono custoditi opere d’arte uniche, come il Palazzo Arcivescovile che ospita gli affreschi settecenteschi del Tiepolo. Per le sue piccole piazze, per le sue taverne e per le enoteche, che se non trovi qui il vino friulano dove vuoi trovarlo?! Eppure l’ho sempre considerata una città algida, con una forza respingente più decisa della grande attrazione che potrebbe creare, almeno fino all’altra sera, in cui mi sono accorta che basta poco per cambiare opinione, basta il mood giusto, insomma far sentire a proprio agio le persone.

Libro centrotavola

Libro centrotavola

Metti una sera a cena in cui la location non è un ristorante e il vino si presenta ma non in cantina, in cui le persone sono mixate un pò a caso nei diversi tavoli e l’argomento della serata è la biodiversità, che si declina come biodiversità non solo naturale, ma anche culturale. E’ quanto è successo alla cena organizzata dalla cantina Aquila del Torre alla Libreria Tarantola in pieno centro storico a Udine: un clima informale tra libri e piatti, in cui già il centrotavola poteva dare una chiave di interpretazione, non tutto è come sembra ed un libro può essere un bellissimo addobbo. Il vino diviene mezzo, non fine: il lubrificante sociale (e qui non pensate a cose scabrose, eh!) che trasforma un’eterogenea compagine in un convivio, in cui si fa amicizia, si condivide un’esperienza e si ride. E Udine diventa ancora più bella, perchè non ti intimorisce più la sua bellezza. E il vino diventa anche più buono, perchè non occorre saper di vino per apprezzarlo.

Oasi Picolit e tortino di zucca su cremoso di Montasio e tartufo

Oasi Picolit e tortino di zucca su cremoso di Montasio e tartufo

Bisogna dire che a questo clima spensierato ha contribuito non poco il Picolit, di cui Aquila del Torre ha fatto un portabandiera. Questo vino, che è docg nella sua versione dolce, ma che può essere vinificato anche come bianco secco, ha nella sua rarità ed unicità una certezza. Pochi grappoli ogni anno, poche bottiglie e l’unicità di essere made in Friuli Venezia Giulia: è definito il vino dei principi e dei Papi e lo sanno bene anche i napoletani, che lo mettono in mezzo perfino nelle diatribe calcistiche, vedere per credere qui. Ma forse non sanno che il Friuli non è per niente “scarso a vettovaglie” (e l’Udinese è terza in classifica). Ah certo, penserete che un pò mi sono ammattita a parlare di calcio: è che al mio tavolo c’erano diversi giornalisti sportivi e quindi mi sono un pò appassionata alla materia! Tornando ai vini, è l’Oasi ad essere un “diversamente Picolit” che si fa piacere, un vino delicato che ti conquista per la sua purezza e semplicità, da bere senza porsi tante domande. Abbinato al tortino di zucca su cremoso di Montasio stagionato con scaglie di tartufo , viene sovrastato un pò dalla pienezza del piatto, meglio optare per un antipasto meno elaborato o come aperitivo. E’ un vino da principi che si fa in un certo senso umile per venirti incontro, mantenendo però il suo alto lignaggio.

Friulano Ronc di Miez e risotto allo zafferano

Friulano Ronc di Miez e risotto allo zafferano

Il primo piatto celebra il Friulano, frutto della selezione Ronc di Miez 2011, che si abbina decisamente bene con il risotto allo zafferano e funghi con sorpresa di gelato al parmigiano. “Ronc di Miez” è una zona del vigneto di Aquila del Torre, a Savorgnano del Torre (Povoletto, a nord est di Udine) con un’ottima esposizione e i cui grappoli vengono raccolti e vinificati separatamente rispetto agli altri appezzamenti di Friulano.  Il  risotto è ricco di gusto ed il contrasto con il gelato al parmigiano lo stempera con la freschezza.

Solsire e petto d'anatra

Solsire e petto d’anatra

Il vino rosso che accompagna il secondo piatto è un blend di Merlot e Refosco dal peduncolo rosso, il Solsire 2009. Un rosso molto bevibile, la morbidezza del Merlot è resa più interessante grazie al Refosco, e i piatti di carne – a partire dalla semplice bistecca alla griglia – ne vengono esaltati. Il petto d’anatra lardellato con purè di patate è forse un piatto che non rifaremmo a casa (o almeno non tutte le settimane, se proprio siete degli chef sopraffini), ma è davvero piacevole l’incontro tra questa carne ed il vino. Ah si, quello nella foto qui a fianco è il dito del mio vicino di tavolo…e fu così che l’anatra divenne a “scotta-dito”!

Picolit 2009 Aquila del Torre

Picolit 2009 Aquila del Torre

A chiudere la cena non può che pensarci lui, il Picolit, in questo caso nella sua versione originaria e più consueta, come vino dolce che si declina nelle sue tre anime: da meditazione, in abbinamento ai formaggi stagionati e ricercati come il formadi frant e il blu di capra o ancora con i biscotti secchi. Il colore di questo vino, che ci ricorda l’oro, lo ammanta di una luce così brillante, che anche il senso della vista ne è ammaliato. Ad ognuno il suo gusto nella ricerca del piacere perfetto: il nostro tavolo chiede il bis, di Picolit non ne basta mai. Ci sentiamo Principi o Papi? Direi che ci sentiamo leggeri, i pensieri se ne sono andati e hanno lasciato posto al ricordo di una bella serata. E Udine è ancora più bella, e anche noi siamo più belli nel brindare con il bicchiere della staffa tra i vicoli del centro storico prima di darci la buonanotte.

Una serata a Udine (photo credit Mattia Pertoldi)

Una serata a Udine (photo credit Mattia Pertoldi)

 

 

 

elenaroppaElogio alla leggerezza…del Picolit

Condividi questo post

Lascia un commento